Umami è il quinto gusto, individuato dalla cultura giapponese. Il quinto gusto è di per se indefinibile, ma è ciò che dona sapore ai piatti, che li rende gustosi. Umami è anche il titolo del romanzo di Laia Jufresa, scrittrice messicana, la quale sembra suggerirci che ciò che rende gustosa la vita è qualcosa di non esattamente decifrabile e dicibile. Continue reading
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Il ruolo delle donne\1: Luisa Muraro e l’utero in affitto
Iniziamo così un percorso che ci porta in luoghi diversi e, speriamo, stimolanti. Ragioniamo sul ruolo delle donne oggi. Lo facciamo grazie ad un libro che parla del rapporto degli adulti con le “creature piccole”.
Citando la casa editrice:
Un’analisi del tema dell'”utero in affitto“, considerato come la forma più attuale di sfruttamento del corpo delle donne. La scrittrice e filosofa Luisa Muraro, reagendo all’enorme pressione sulle “madri surrogate” e alla richiesta di legalizzazione di pratiche che negano il livello etico e la dignità della donna, ripensa il rapporto della donna con il proprio corpo – alla luce di un neoliberismo culturale che ne predica la totale disponibilità – ed esalta l’unicità della relazione madre-creatura che va formandosi. Un testo per capire il dibattito che sta investendo la politica, il diritto, l’etica e la famiglia e per rifllettere su un tema esplosivo, che riguarda tutti.
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Ma siamo matti?
Lo psichiatra Vittorino Andreoli nella puntata di Pane Quotidiano parla di masochismo mascherato. Fede assoluta. Individualismo spietato. Sono alcuni dei sintomi che nel suo nuovo libro “Ma siamo tutti matti” Andreoli riscontra nel popolo italiano. Non una media dei vizi nazionali, ma un vero e proprio quadro clinico che rivela, con una “pietas” che è quasi un atto d’amore per l’Italia, le influenze del contesto storico e sociale sulla nostra psiche collettiva, perennemente in bilico tra normalità e follia.
Guarda Vittorino Andreoli a Pane quotidiano del 26/02/2015 Continue reading
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La mia casa sono i libri
L’intervista a Jhumpa Lahiri a Pane quotidiano dell’11 febbraio 2015 (Rai – Pane Quotidiano) affronta molti temi. Innazitutto, come ricorda Concita de Gregorio, conduttrice del programma, è un cervello in fuga verso il nostro paese, per una volta. Venire a vivere in Italia è stata per lei una scelta, quasi una necessità. E a portarcela sono state le parole. La lingua italiana. L’amore per una lingua e per le parole che la formano, in quanto capaci di essere il luogo di un’identità. La lingua è l’elemento fondante dell’appartenenza.
“All’inizio pensavo fosse un capriccio, qualcosa di ammirevole, studiare un’altra lingua. Poi ho capito che c’era un bisogno più emotivo”. Continue reading
Buon uso dell’8 marzo
E basta con queste polemiche sull’8 marzo! E’ una festa e, come tale, un rito: non sono certo io che devo spiegare l’importanza dei riti, già indagata da antropologi del calibro di Van Gennep o Maurice Bloch. E’ un rito anche festeggiare il compleanno, ma non è che una persona si sente viva solo quel giorno e morta negli altri. Quindi non è che ci si senta donne solo l’8 marzo o, per chi è uomo, non deve celebrare la donna solo in quella giornata, a volte in maniera volutamente ipocrita.
Abbiamo bisogno di eroi?
Mantova, Festivaletteratura, 7/9/2014 – con Licia Troisi, Stefano Jossa e Francesco Piccolo
Nel lessico del giornalismo la parola eroe oggi è una delle più ricorrenti, parola abusata per designare atleti, geni, campioni, etc. Jossa osserva che la letteratura, al contrario del giornalismo, sembra prediligere gli antieroi e chiede perchè a Licia Troisi e Francesco Piccolo. Continue reading
NAUFRAGHI E NAUFRAGI
A volte autori e testi si parlano, a distanza di secoli e nonostante il mezzo di espressione sia differente. Così capita a Samuel Taylor Coleridge e Fabrizio De Andre’, trattando, attraverso la metafora del mare, la fragilità dei rapporti umani, il concetto di colpa, le dinamiche di gruppo/ciurma, le debolezze dell’essere umano nelle situazioni di difficoltà e di lotta, quando si trova a scegliere fra se stesso e il bene comune. Tematiche di grande attualità, testi così profondi che sono validi ancora oggi.
THE RYME OF THE ANCIENT MARINER by SAMUEL TAYLOR COLERIDGE
leggilo mentre ascolti Parlando del naufragio della London Valour di F. de Andre’
FIRST PART
It is an ancient Mariner,
And he stoppeth one of three.
«By thy long grey beard and glittering eye,
Now wherefore stopp’st thou me?
DELL’ENERGIA E DEI SUOI BLOCCHI
Elettrica è la spinta
ti da un’emozione al secondo
io sento un mostro chiuso in me
Gabriele è l’uomo che potra salvarci
sempre che non perda troppo tempo
il mondo è superficiale oggi
la gente ha sempre tanto da fare
fumare come macchine a carbone
conto alla rovescia delle ore
oggi è il mio onomastico
è un giorno in cui non si potrà lavorare
ma porterà notizie
a cosa serve tutto questo
mantiene la luce accesa
nella tua testa una luce accesa
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NUTRIRE LA VITA
Nutrire è un verbo elementare, fondamentale. Descrive l’attività primaria in cui siamo coinvolti ancor prima di nascere. Tuttavia, ci ricorda Jullien, quasi da subito in Occidente questo verbo fondamentale è scisso secondo due sensi, uno proprio, l’altro metaforico, il primo riguardante il nutrimento del corpo, l’altro riguardante il nutrimento dell’anima. La filosofia occidentale non può non leggere questo verbo che attraverso la grande codificazione che oppone il corpo all’anima. Ora, è proprio a tale opposizione che il concetto cinese di “nutrimento vitale” sfugge. Yang sheng, “nutrire la vita” non riguarda né (solo) il corpo né (solo) l’anima. Nutrire la vita significherà, in una prima fondamentale approssimazione, mantenersi in vita, sviluppandola e affinandola. Rispetto all’opposizione anima-corpo, il pensiero cinese pensa l’inseparatezza del processo vitale, che deve essere mantenuto e affinato, decantato.
Come l’antico pensatore Zhuangzi chiarisce, nutrire la vita significa rafforzare in sé la vitalità: “impegnandomi
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TRA PARETI DI TELA
Tra pareti di tela, oltre ad essere un verso di una poesia, fa riferimento a molti aspetti.
Il nomadismo e quindi il viaggio, l’esperienza che non ci permette di essere gli stessi. E poi il viaggio della vita, concepito come continuo cammino in cui tutto muta, contraddistinto da una
precarietà che è la caratteristica principale della vita stessa. Precarietà come condizione di ciò
che è soggetto a venir meno, di cui si comprende la preziosità. Perciò è una precarietà che si teme, ma che ci fa muovere.
Tra pareti di tela fa anche riferimento alla possibilità di una casa che non sia costrittiva, priva di mura di cemento, ma che abbia dei confini attraverso i quali passi almeno l’aria e non ci sia una totale seprarazione tra dentro e fuori.
La tela è inoltre qualcosa che implica una trama, un progetto, una volontà di costruzione e rimanda ad una delle arti squisitamente femminili: la tessitura.
Il libro è composto da due raccolte: Poesie da mangiare e Cose minime.
E’ stato presentato alla Libreria Feltrinelli di Pavia il 17 Novembre 2014.
Altre poesie dell’autrice
http://www.poiein.it/premi_letterari/Turoldo2009/Ambrosini/Ambrosini.htm
http://amicidelleparole.altervista.org/poesie_claudia.html
http://www.edizionicfr.it/libri_2013/36_ambrosini/ambrosini.htm
http://puntodidomanda.altervista.org/aa-vv-retrobottega-i-poeti-di-poiein-2010-edizioni-cfr-2011-pp-152-e-15/
http://www.poiein.it/mailing/00002/Ambrosini.htm